Erano scie di luce fra le stelle lontane. Sorridevamo sciogliendo antichi ghiacciai. Rimango qui seduto a ricordare i figli della mia vita: uccelli di piume colorate e canti, il cuore di un cane, queste parole che scrivo e che non so se leggerai.
Sognavo una vita insieme, sognavo una famiglia e dei figli, comunque fosse possibile. Speravo negli orizzonti che avremmo guardato insieme stretti e sognanti.
Era un canto dolce e a gola spiegata e l'allegria di tutto il tempo che abbiamo passato insieme.
E sto qui seduto a pensare ai modi in cui io posso diventare più uomo, più libero, più me. Un nodo mi afferra la gola. È grande questa voglia d'amore. E ancora lo voglio da te. Crescerò e diventerò più forte. Aprirò ali immense e leggero mi butterò alle spalle il dolore e il tempo. Sarò forse solo, ma cerco di ripetermi che non importa.
Ho amato abbastanza per parecchie vite, ma ancora sento di avere tanto da dare, oro di qualità migliore, cascate di sorrisi, fiori di pensiero. Che tristezza sento. Che tristezza.
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