vissuti e dimenticati.
Non so dove trovo la forza e la voglia di vivere
quando ogni fibra dentro è fatta di dolore.
Ancora dolore.
Erano amanti, corpi incapaci di stare distanti, erano due ragazzi di luce. Raggi intrecciati. Erano. Saranno.
Livido il mio cielo interiore
si trasforma e si accende.
Hai toccato senza volere
una corda sconosciuta ma scoperta.
Ho sciolto all’improvviso una vela,
e la distesa infinita della speranza
ora si stende da me all’orizzonte,
un mare di indaco e sogni.
Luci brillano nel fondo dei tuoi occhi,
hai un cuore coraggioso amore mio.
Guardo le tue mani e penso a come
stringono la vita e me a volte.
Limpido è il colore del cielo
e con dolcezza mi avvicina al mio tempo.
Ci sono giorni in cui non so più dove sono.
Dove sono io, dove è il mio mondo.
Ci sono giorni in cui mi chiedo
come fare a portarti sulle nuvole con me.
Mi manca il tempo in cui avevamo il tempo
di mandare canzoni verso le stelle,
di riempire di fiducia i silenzi,
di desiderio ogni attimo.
Un po’ la vita ci porta piano e lontano,
è questo sicuramente il bello:
fiducioso appoggiare il capo sul tuo petto.
Quando il principe dei cervi
ci raccontava dei boschi delle fate
riempivo l’otre dei sogni.
Spingevo una lama affilata
contro il mio petto,
piano lacera la carne l’età dei sogni,
un Minotauro argentato
fissa il vuoto e parla:
rapido volerai come un arco di stelle,
l’attimo passerà e tornerai quieto.
Ecco la vita in questo mondo.
stretti e vicini contro il cielo e l'orizzonte.
Sorpresi dal futuro, esposti al destino.
Piccoli. Bimbi, cuori piccoli.
Il tuo abbraccio, il mio abbraccio,
tutta la forza possibile.
Bimbi, piccoli piedi, piccole mani,
esposti, abbracciati stretti. Su questa terra.
In fondo veramente liberi dal destino.